danza / teatro
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storie e memorie
Ministero Beni, Attività Culturali e Turismo
Provincia di Roma - Regione Lazio
Iniziativa realizzata con il contributo
della Regione Lazio – Ass.to alla Cultura e Politiche Giovanili
ideazione e realizzazione CIRCUITO DANZA LAZIO
KAIROS
della assenza e dell'essenza
da Ecclesiaste, Platone e Aristotile
drammaturgia Gipeto/Gatti
regia e coreografia Aurelio Gatti
scena e costumi capannone Moliere
Il tema è il tempo ‚ i protagonisti due "campioni" imperfetti di due età dell'uomo‚ la giovinezza e la maturità... nel ns. caso una giovane e una donna che per "condizione" sono accomunate dalla mancanza di un tempo pieno‚ giusto‚ capace di dirsi vita e vissuto. Entrambe nella convinzione di aver perso " il momento" … Kairos (καιρός) è una parola che nell'antica Grecia significava "momento giusto o opportuno" o "tempo di Dio". Gli antichi avevano due parole per il tempo‚ kronos e kairos. Mentre la prima si riferisce al tempo logico e sequenziale la seconda significa "un tempo nel mezzo"‚ un momento di un periodo di tempo indeterminato nel quale "qualcosa" di speciale accade. Ciò che è speciale dipende da chi usa la parola. Chi usa la parola definisce la cosa‚ l'essere della cosa. Chi definisce la cosa speciale definisce l'essere speciale della cosa. è quindi proprio la parola‚ la parola stessa‚ quella che definisce l'essere speciale. Mentre chronos è quantitativo‚ kairos ha una natura qualitativa.. Come divinità Crono era considerato la divinità del tempo per eccellenza mentre Kairos era semi-sconosciuto … Esiodo dice che è "tutto ciò che c'è meglio di qualcosa" ed Euripide dice che ciò "è il migliore delle guide in ogni impresa umana". Non è tuttavia dato a tutti di raggiungerlo; appartiene allo "specialista" che‚ avendo delle conoscenze generali‚ è capace di integrare i fattori del momento che gli permetteranno di osservare la particolarità della situazione.
Il kairos svolge un ruolo decisivo nelle situazioni imprevedibili ed insolite‚ ne è protagonista .
Tutte le accezioni di kairos non sono direttamente legate al tempo ma tutte sono legate all'efficacia. Indipendentemente dall'ambito (medicina‚ strategia‚ retorica‚ incontro‚ conoscenza ... ) inverte le situazioni e dà loro un esito definitivo (la vita o la morte; la vittoria o la sconfitta).
Kairos sfugge costantemente alle definizioni perché si trova sempre al centro di due concetti: l'azione ed il tempo; la competenza e la possibilità; il generale ed l'individuale. Non è mai completamente da un lato o da un altro.
Questa indeterminazione è legata al suo potere di decisione. Trattiene per ogni caso gli elementi necessari per agire ma non si confonde con loro. è "libero" di cambiare ed è per questo che è così difficile da afferrare nella pratica e da comprendere nella teoria.
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WELTFLUCHT
regia e coreografia Alessia Gatta
musica Mozart, Julia Kent, Olafur Arnalds,Jun Miyake, Anthony And The Johnsons
"Weltflucht" (Fuga dal mondo) è il tentativo di percorrere una via per coniugare le opposizioni dell'umana esperienza‚ per scoprire che la fuga non necessariamente è verso un luogo lontano ma risiede dentro di noi‚ "verso di noi"‚ come recita la poesia di [Else Lasker-Schüler].
In uno stretto corridoio si cela l'unica e reale natura di cui siamo il frutto.
Il vorticoso moto interiore di ognuno di noi diventa‚ nell'immaginario coreografico di Alessia Gatta‚ lo spazio di una tangibile esperienza artistica.
La scenografia‚ come è consuetudine nelle opere di Gatta‚ svolge un ruolo fondamentale nel corso dello spettacolo. I quattro danzatori saranno ripetutamente costretti a spazi ridotti e i continui spostamenti degli elementi scenici‚ due giardini verticali mobili‚ delineano al contempo stati di libertà e prigionia‚di humour e di magia.
L'opera di Gatta è liberamente ispirata alla poesia "Verso di me" della Lasker-Schüler e vuole confondervi‚
turbarvi‚ per giungere insieme alla conclusione che la vera fuga è verso noi stessi.
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Fuga dal mondo / io nell'immenso voglio / tornare a me / gia' mi fiorisce il colchico autunnale dell'anima / forse e' gia' troppo tardi per tornare / oh‚ fra di voi io muio ! / perche' voi mi asfissiate di voi stessi / vorrei tirare fili intorno a me / per metter fine alla babele / fuorviarvi‚ per fuggire / verso di me.
[Else Lasker-Schuler]
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BABILONIA
s-concerto per corpo e strumentoda un'idea di Marcello Fiorini e Aurelio Gatti
coreografia Rosa Merlino Monica Camilloni
musica originale eseguita dal vivo Marcello Fiorini
costumi capannone Moliere
Nella mistica di derivazione biblica Babilonia è una metafora utilizzata per definire una società‚ uno stato o un'istituzione che assomma in sé ciò che è considerato negativo nella natura umana.... e in qualche maniera evoca il Caos allorchè tutti i linguaggi si mischiano e diventano incomprensibili l'uno all'altro. Secondo i Veda‚ il Caos non è un misterioso disordine cosmico che ci attende nel profondo dell'Universo e nemmeno un magmatico oceano di lava che ribolle minaccioso accanto al cuore della terra‚ ma è l'illusione di questa realtà‚ il continuo gioco tra desiderio e sofferenza che costella e soggiace alla trama della vita.
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ARGONAUTI Giasone e Medea
da Apollonio Rodio,Valerio Flacco, Euripide,Strabonedrammaturgia Donadoni /Maccagnano /Gatti
regia e coreografia Aurelio Gatti
musica AA.VV
La nave salpa‚ salutata da un'immensa folla. Mentre si allontana dalla spiaggia Orfeo leva in alto il suo canto‚ accompagnando il ritmo dei remi che tagliano le onde azzurre del mare.
…...........E quando la polvere e il fumo cominciano a diradarsi‚ scarmigliato e lucido di sudore appare Giasone. Guida con fermezza le belve‚ che trascinano l'aratro d'acciaio. Gli animali arano la terra‚ mentre l'eroe sparge nei solchi i denti di drago che Eeta gli aveva consegnato. Col sorgere della luna‚ nel campo arato‚ si delineano delle forme che diventano sempre più grandi e più chiare. è un esercito immane di guerrieri che viene fuori dal terreno. Giasone‚ seguendo ancora una volta il consiglio di Medea‚ scaglia nel mezzo di questi strani e misteriosi esseri un grosso sasso.................
….. Quando finalmente la nave Argo approda sulle coste elleniche gli Argonauti si rendono conto che al termine di quell'avventura non portano con se solo il prezioso e magico vello d'oro‚ ma ognuno ha acquisito doni più' grandi come la coscienza dell'essere e la conoscenza dell'ignoto. Le avventure e le continue peripezie li hanno forzatamente coinvolti in situazioni imprevedibili‚ proiettandoli in mondi sconosciuti e a contatto con civiltà' ignote‚ dai costumi e dalle idee spesso diverse‚ se non addirittura opposte alle loro.
Ed e' qui‚ che accettare di mettere in campo le proprie certezze e confrontarle in quelle di altri uomini fu senz'altro la vera‚ straordinaria dimostrazione di spregiudicata intelligenza degli Argonauti e lo e' ancora oggi per tutti gli altri navigatori che decidono di uscire dalla rotta stabilita dalla convenienza e dalle consuetudini per rischiare di sballare‚ buttare a mare‚ le proprie convinzioni ormai ben ancorate nel calmo golfo dell'inamovibile buonsenso.
In realtà‚ il loro è un viaggio onirico‚ visionario‚ tramite il quale raggiungeranno il fondo della loro anima‚ quel luogo remoto e inviolato dove appare la luce della coscienza‚ della consapevolezza. Un viaggio di iniziazione per danza‚ teatro e musica.