TestaccioLAB
M:DEA
Performance
Elettronica sul Mito di Medea
di
e con Vittoria Faro
Performer
- Sound producer // Vittoria Faro
Drammaturgia
// Matilde D’Accardi - Vittoria Faro
Voice
off // Vittoria Faro - Martino Duane
Visual
// Antonio Pizzola
Photo
// Eleonora Faro Photographer
Medea
si risveglia sulla riva del mare, lambita dalle onde della risacca,
vittima del suo destino tragico. Condannata ora – e per l’eternità
– a rivivere la sorte del suo personaggio: principessa ribelle e
determinata che perde la sua terra per amore di Giasone, sposa
affranta dal tradimento del suo uomo, esule scacciata dalla terra che
l’aveva accolta, vittima della persecuzione del re Creonte e del
suo malvagio disegno e, infine, madre macchiatasi del più mostruoso
e orrendo delitto, il sacrificio dei suoi stessi figli.
Come
una profuga che, costretta dagli eventi, affida i figli al mare
sfidando il rischio di perderli per offrire loro una speranza di un
futuro altro, Medea affronta l’estremo Sacrificio quale atto
ineludibile per la salvezza in un rinnovato equilibrio cosmico:“E’
necessario che muoiano – dice in Euripide- e se così deve essere
io li ucciderò, io che li ho messi al mondo”
Vittoria
Faro è sulla scena Medea protagonista di un RITO che, in una sorta
di Via Dolorosa in cui ripercorrere stazione per stazione gli eventi
della sua vicenda tragica, ridiscende nell’inferno del dolore per
espiare, nella compensazione della poiesis, le colpe e cercarne
un’occasione di superamento.
Medea
compie in scena il Rito inseguendo la schizofrenia della memoria che
procede per flash dissociati dalla cronologia esatta degli
accadimenti, perché lo spettatore possa, più che assistere al
racconto, immedesimarsi nell’animo di Medea e assorbirne gli stati
d’animo, rivivendo con lei il dramma fino alla catarsi finale.
La
“compensazione”, - quale funzione sociale del rito nel teatro
così come nella tradizione popolare e tribale -, viene risolta in
scena in chiave quasi violentemente contemporanea: in contrappunto
infatti alla narrazione classica, sonorità, gestualità e movenze
che attingono al linguaggio dell’arte elettronica più di
avanguardia.
Recuperando
l’elemento del dionisiaco proprio delle cerimonie arcaiche, tribali
e popolari, trasferendolo nell’artificio psichedelico, digitale e
sintetico dei riti notturni delle nuove generazioni.
Il
valore simbolico e metaforico nell’attualità è evidente: la
congiuntura di crisi dei valori tradizionali e lo scontro
generazionale in atto pretendono un sacrificio, la destrutturazione
dell’eredità culturale e la sua rilettura scevra da pregiudizi
ideologici quale necessario momento di catarsi per una rinascita del
pensiero, quanto mai necessaria.
Citando
Victor Turner, antropologo inglese, “Quando la vita storica stessa
non ha più senso culturale nei termini precedentemente tenuti per
validi, la narrazione e il dramma possono assumersi il compito della
poiesis, di un nuovo senso culturale, anche quando sembra si limitino
a demolire antichi edifici di significato che non sono più in grado
di compensare i nostri moderni drammi esistenziali ”.
QUANTUM
LIFE
Momenti
di VITA .. in NUDA VERITAS ...
coreografia
Marika Vanuzzi
musiche
Ludovico
Einaudi, Philips Glass
Giovanni Sollima, Arvo Part
con
German Marina, Carlotta Viola
e Marika Vannuzzi
Un
viaggio introspettivo che spazia
nei
ritmi dei nostri Silenzi interiori,riflettendo forza, dolcezza,
delicatezza di questa esperienza.
Il
divertimento e l'intelligenza che sorgono allorché Siamo in grado di
connetterci col Cuore ed agire nel mondo partendo da lì.
Il
Vibrare di ogni possibilità..
Potenziale
Assoluto ...
non
ancora Manifesto, ma già contenente ogni cosa .
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MOLLY
PENELOPE
messa
in voce per coro
tratto
e ispirato da Ulisse di Joyce e Odissea di Omero
ideazione
e direzione
Miriam
Palma
collaborazione
alla regia Rinaldo Clementi
con
il Laboratorio permanente di vocalità canto teatro
"
il Corpo della Voce"
Giulia Cosimi,Giorgia Mattina,Germana Salone
Cristina Arena,Federica Passante
Anna Costantino,Isabella Messina
Alessandra Russo,Cristina Barcellona
Gabriella Gargano,Donatella Torre,Ivan Di Vita
Gabriele Giannotta,Carmelo Mastroieni
Elio Cigna, Manfredi Caruso
Giuseppe La Licata,Camillo Amalfi
Cristina Arena,Federica Passante
Anna Costantino,Isabella Messina
Alessandra Russo,Cristina Barcellona
Gabriella Gargano,Donatella Torre,Ivan Di Vita
Gabriele Giannotta,Carmelo Mastroieni
Elio Cigna, Manfredi Caruso
Giuseppe La Licata,Camillo Amalfi
Nel
1995 Miriam Palma fonda il Centro di vocalità permanente “Il corpo
della voce” dove ogni anno trasmette il suo insegnamento formando
allievi di diversa provenienza.
Il metodo è frutto di un personale percorso artistico dove il respiro, il canto, la parola, il ritmo il suono, assumono una rilevante connotazione musicale-epica ed evocativa.
Le qualità insite negli allievi vengono messe in luce attraverso un processo di consapevolizzazione, un percorso che si avvale dell’arte della maieutica, dove la funzione principale dell’insegnante, è quella di lavorare con la stoffa che ogni allievo ha, dunque un approccio molto personale che mira alla bellezza alla verità e alle qualità di ciascuno.
Il metodo è frutto di un personale percorso artistico dove il respiro, il canto, la parola, il ritmo il suono, assumono una rilevante connotazione musicale-epica ed evocativa.
Le qualità insite negli allievi vengono messe in luce attraverso un processo di consapevolizzazione, un percorso che si avvale dell’arte della maieutica, dove la funzione principale dell’insegnante, è quella di lavorare con la stoffa che ogni allievo ha, dunque un approccio molto personale che mira alla bellezza alla verità e alle qualità di ciascuno.
IL
CORPO DELLA VOCE è il laboratorio propone un percorso che mira a
trovare una relazione interna tra la respirazione, la voce, il corpo,
i sentimenti, per creare un’unica entità espressiva.
Molte
volte questi argomenti vengono affrontati in maniera separata, come
se si trattasse di pezzi isolati, il percorso proposto vuole andare a
indagare le grandissime connessioni tra questi elementi per dare una
maggiore coscienza e consapevolezza della relazione profonda che
esiste tra la respirazione-voce-corpo-emozioni. La voce di cui si
parla vuole essere la manifestazione degli stati d’animo
dell’individuo, la voce che sussurra, che parla, che canta, che
urla, che ride, che piange, che sta in silenzio, a seconda della
temperatura emotiva il respiro- voce- parola si trasforma in canto, e
poi ancora fino a diventare puro suono vocale.
Per
esplorare lo spazio vuoto del canto e dell’essere, cercare di
restituire un’appartenenza alla voce di ciascuno, andando al di là
di quelli che sono gli stereotipi riguardo alla vocalità e
avvicinare i partecipanti a una condizione di benessere ricreativo,
indispensabile per l’essere umano.
Per
avere un rapporto più “sereno”con la propria voce e godere di
quei doni che la natura ci ha regalato.
Una
delle qualità più affascinanti della voce è quella di esserci
anche da lontano, sentire una voce non equivale a vedere un corpo, ma
da un corpo è prodotta; importanza fondamentale dunque la
possibilità di rilassare, ammorbidire e rendere elastiche le fasce
muscolari affinchè la voce esca con morbidezza e non spinta fuori.
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ELENA
SIMULACRO
E IMPOSTURA
progetto
di messa in scena del mito di Elena
tratto
e ispirato da Euripide, Stesicoro,Goethe
ideazione
e drammaturgia
Aurelio
Gatti
Il crescente rapporto
tra realtà e finzione nel mondo d’oggi, o meglio la straordinaria
capacità della finzione di diventare realtà, emerge con forza dalla
produzione artistica del nuovo secolo. Da una società in cui le
finzioni sorgevano dal mutamento fantasioso del reale, si è passati
a una società in cui è la realtà ad alimentarsi della finzione.
«Le finzioni del
giorno d'oggi sono dunque più ambigue che ambivalenti: esse non sono
né menzogne né creazioni. Proprio per questo temibili, non si
distinguono radicalmente né dalla verità né dalla realtà, ma
intendono sostituirvisi» (Augé )
E quindi... Elena
rovina delle navi, dei guerrieri e delle città, o vittima di Eros e
Logos? Elena tessitrice d’inganni o Elena bambina? I molteplici
volti di Elena attraverso le voci delle fonti antiche e le parole di
chi l’ha accusata e difesa. In un avvicendamento di toni e figure
contrastanti, la figura di Elena si svela mostrando i molti volti
della sua seduzione, la sua multiforme bellezza. Una, due, tre, molte
Elene, colpevoli o vittime, innocenti o infami per colpa o per
destino.
Con
Elena si pone la questione dell’immagine che costituisce di fatto
un doppio e di una esistenza autonoma dell'immagine stessa.
Elena dunque scompone
se stesssa in corpo e nome e sa di avere un simulacro concesso in
vece sua al figlio di Priamo, condizione che la porterà talvolta a
identificarsi con il simulacro stesso che perdurerà il tempo
necessario per adempiere quanto stabilito dal destino .
Ci si può chiedere
quale delle due sia la Elena autentica: Elena nel corpo fisico o il
suo simulacro vivente e quali siano le conseguenze della prima e
della seconda nella vita degli uomini...
Si potrebbe intuire
infine che esistono tre Elena : Elena in persona, ossia nel suo
corpo fisico, il suo nome e il suo eterico simulacro, che ha
danneggiato il nome di lei e una terza, altra, autonoma e in grado di
alimentare la realtà. Non un gioco di specchi, nè questione
dell'immaginario femminile, quanto la tragedia di una trinità ,
ormai , estranea in ogni sua parte.