martedì 19 aprile 2016

Il Programma : CONTEMPORANEO SENSIBILE al MUSEO RISO - Palermo

giovedì 28 - venerdì 29 / aprile
TestaccioLAB
M:DEA
Performance Elettronica sul Mito di Medea
di e con Vittoria Faro
Performer - Sound producer // Vittoria Faro
Drammaturgia // Matilde D’Accardi - Vittoria Faro
Voice off // Vittoria Faro - Martino Duane
Visual // Antonio Pizzola
Photo // Eleonora Faro Photographer

  Medea si risveglia sulla riva del mare, lambita dalle onde della risacca, vittima del suo destino tragico. Condannata ora – e per l’eternità – a rivivere la sorte del suo personaggio: principessa ribelle e determinata che perde la sua terra per amore di Giasone, sposa affranta dal tradimento del suo uomo, esule scacciata dalla terra che l’aveva accolta, vittima della persecuzione del re Creonte e del suo malvagio disegno e, infine, madre macchiatasi del più mostruoso e orrendo delitto, il sacrificio dei suoi stessi figli.
Come una profuga che, costretta dagli eventi, affida i figli al mare sfidando il rischio di perderli per offrire loro una speranza di un futuro altro, Medea affronta l’estremo Sacrificio quale atto ineludibile per la salvezza in un rinnovato equilibrio cosmico:E’ necessario che muoiano – dice in Euripide- e se così deve essere io li ucciderò, io che li ho messi al mondo”
Vittoria Faro è sulla scena Medea protagonista di un RITO che, in una sorta di Via Dolorosa in cui ripercorrere stazione per stazione gli eventi della sua vicenda tragica, ridiscende nell’inferno del dolore per espiare, nella compensazione della poiesis, le colpe e cercarne un’occasione di superamento.
Medea compie in scena il Rito inseguendo la schizofrenia della memoria che procede per flash dissociati dalla cronologia esatta degli accadimenti, perché lo spettatore possa, più che assistere al racconto, immedesimarsi nell’animo di Medea e assorbirne gli stati d’animo, rivivendo con lei il dramma fino alla catarsi finale.

La “compensazione”, - quale funzione sociale del rito nel teatro così come nella tradizione popolare e tribale -, viene risolta in scena in chiave quasi violentemente contemporanea: in contrappunto infatti alla narrazione classica, sonorità, gestualità e movenze che attingono al linguaggio dell’arte elettronica più di avanguardia.
Recuperando l’elemento del dionisiaco proprio delle cerimonie arcaiche, tribali e popolari, trasferendolo nell’artificio psichedelico, digitale e sintetico dei riti notturni delle nuove generazioni.
Il valore simbolico e metaforico nell’attualità è evidente: la congiuntura di crisi dei valori tradizionali e lo scontro generazionale in atto pretendono un sacrificio, la destrutturazione dell’eredità culturale e la sua rilettura scevra da pregiudizi ideologici quale necessario momento di catarsi per una rinascita del pensiero, quanto mai necessaria.
Citando Victor Turner, antropologo inglese, “Quando la vita storica stessa non ha più senso culturale nei termini precedentemente tenuti per validi, la narrazione e il dramma possono assumersi il compito della poiesis, di un nuovo senso culturale, anche quando sembra si limitino a demolire antichi edifici di significato che non sono più in grado di compensare i nostri moderni drammi esistenziali ”.

 
venerdi 6 - sabato 7 / maggio
QUANTUM LIFE
Momenti di VITA .. in NUDA VERITAS ...
coreografia Marika Vanuzzi
musiche
Ludovico Einaudi, Philips Glass
Giovanni Sollima, Arvo Part
con German Marina, Carlotta Viola 
e Marika Vannuzzi

Un viaggio introspettivo che spazia
nei ritmi dei nostri Silenzi interiori,riflettendo forza, dolcezza, delicatezza di questa esperienza.
Il divertimento e l'intelligenza che sorgono allorché Siamo in grado di connetterci col Cuore ed agire nel mondo partendo da lì.
Il Vibrare di ogni possibilità..
Potenziale Assoluto ...
non ancora Manifesto, ma già contenente ogni cosa .



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venerdi 13 - sabato 14 / maggio
MOLLY PENELOPE
messa in voce per coro
tratto e ispirato da Ulisse di Joyce e Odissea di Omero
ideazione e direzione
Miriam Palma
collaborazione alla regia Rinaldo Clementi
con il Laboratorio permanente di vocalità canto teatro
" il Corpo della Voce"



Giulia Cosimi,Giorgia Mattina,Germana Salone
Cristina Arena,Federica Passante
Anna Costantino,Isabella Messina
Alessandra Russo,Cristina Barcellona
Gabriella Gargano,Donatella Torre,Ivan Di Vita
Gabriele Giannotta,Carmelo Mastroieni
Elio Cigna, Manfredi Caruso
Giuseppe La Licata,Camillo Amalfi

 
Nel 1995 Miriam Palma fonda il Centro di vocalità permanente “Il corpo della voce” dove ogni anno trasmette il suo insegnamento formando allievi di diversa provenienza.
Il metodo è frutto di un personale percorso artistico dove il respiro, il canto, la parola, il ritmo il suono, assumono una rilevante connotazione musicale-epica ed evocativa.
Le qualità insite negli allievi vengono messe in luce attraverso un processo di consapevolizzazione, un percorso che si avvale dell’arte della maieutica, dove la funzione principale dell’insegnante, è quella di lavorare con la stoffa che ogni allievo ha, dunque un approccio molto personale che mira alla bellezza alla verità e alle qualità di ciascuno.
IL CORPO DELLA VOCE è il laboratorio propone un percorso che mira a trovare una relazione interna tra la respirazione, la voce, il corpo, i sentimenti, per creare un’unica entità espressiva.
Molte volte questi argomenti vengono affrontati in maniera separata, come se si trattasse di pezzi isolati, il percorso proposto vuole andare a indagare le grandissime connessioni tra questi elementi per dare una maggiore coscienza e consapevolezza della relazione profonda che esiste tra la respirazione-voce-corpo-emozioni. La voce di cui si parla vuole essere la manifestazione degli stati d’animo dell’individuo, la voce che sussurra, che parla, che canta, che urla, che ride, che piange, che sta in silenzio, a seconda della temperatura emotiva il respiro- voce- parola si trasforma in canto, e poi ancora fino a diventare puro suono vocale.
Per esplorare lo spazio vuoto del canto e dell’essere, cercare di restituire un’appartenenza alla voce di ciascuno, andando al di là di quelli che sono gli stereotipi riguardo alla vocalità e avvicinare i partecipanti a una condizione di benessere ricreativo, indispensabile per l’essere umano.
Per avere un rapporto più “sereno”con la propria voce e godere di quei doni che la natura ci ha regalato.
Una delle qualità più affascinanti della voce è quella di esserci anche da lontano, sentire una voce non equivale a vedere un corpo, ma da un corpo è prodotta; importanza fondamentale dunque la possibilità di rilassare, ammorbidire e rendere elastiche le fasce muscolari affinchè la voce esca con morbidezza e non spinta fuori.

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venerdi 27 - sabato 28 / maggio
ELENA
SIMULACRO E IMPOSTURA
progetto di messa in scena del mito di Elena
tratto e ispirato da Euripide, Stesicoro,Goethe
ideazione e drammaturgia
Aurelio Gatti

Il crescente rapporto tra realtà e finzione nel mondo d’oggi, o meglio la straordinaria capacità della finzione di diventare realtà, emerge con forza dalla produzione artistica del nuovo secolo. Da una società in cui le finzioni sorgevano dal mutamento fantasioso del reale, si è passati a una società in cui è la realtà ad alimentarsi della finzione.

«Le finzioni del giorno d'oggi sono dunque più ambigue che ambivalenti: esse non sono né menzogne né creazioni. Proprio per questo temibili, non si distinguono radicalmente né dalla verità né dalla realtà, ma intendono sostituirvisi» (Augé )
E quindi... Elena rovina delle navi, dei guerrieri e delle città, o vittima di Eros e Logos? Elena tessitrice d’inganni o Elena bambina? I molteplici volti di Elena attraverso le voci delle fonti antiche e le parole di chi l’ha accusata e difesa. In un avvicendamento di toni e figure contrastanti, la figura di Elena si svela mostrando i molti volti della sua seduzione, la sua multiforme bellezza. Una, due, tre, molte Elene, colpevoli o vittime, innocenti o infami per colpa o per destino.
Con Elena si pone la questione dell’immagine che costituisce di fatto un doppio e di una esistenza autonoma dell'immagine stessa.
Elena dunque scompone se stesssa in corpo e nome e sa di avere un simulacro concesso in vece sua al figlio di Priamo, condizione che la porterà talvolta a identificarsi con il simulacro stesso che perdurerà il tempo necessario per adempiere quanto stabilito dal destino .
Ci si può chiedere quale delle due sia la Elena autentica: Elena nel corpo fisico o il suo simulacro vivente e quali siano le conseguenze della prima e della seconda nella vita degli uomini...
Si potrebbe intuire infine che esistono tre Elena : Elena in persona, ossia nel suo corpo fisico, il suo nome e il suo eterico simulacro, che ha danneggiato il nome di lei e una terza, altra, autonoma e in grado di alimentare la realtà. Non un gioco di specchi, nè questione dell'immaginario femminile, quanto la tragedia di una trinità , ormai , estranea in ogni sua parte.